Per la rubrica “Oggi incontriamo” diamo il benvenuto a Stefano La Colla
Di nuovo Cavaradossi, di nuovo Roma, ormai è un veterano del ruolo e un habitué di questo teatro, cosa si prova?
E’ vero, il ruolo di Cavaradossi è uno di quelli che canto di più. Ho inaugurato questa produzione di Tosca qui a Roma proprio nel 2015 e da allora ho già cantato 16 repliche. La scenografia è la stessa, la regia anche, ma l’emozione cambia di volta in volta. Cantare Tosca a Roma, con le scene e i costumi voluti da Puccini è davvero qualcosa di speciale. E’ assai raro potersi calare, almeno una volta, nell’universo musicale, ma anche visivo di Puccini. E’ un contatto quasi diretto (ossia ancor meno filtrato dall’interpretazione di terzi), con la sensibilità e il genio di questo incredibile compositore.
Lei è un cantante che si è costruito la carriera passo passo, quanti sacrifici ha dovuto fare per arrivare dov’è ora?
Sì, indubbiamente ho fatto e faccio tutt’ora sacrifici. Ho conquistato ogni pezzettino con fatica, passo dopo passo, senza compromessi, basandomi solo sulle mie capacità. Ho co
minciato cantando nei cori di vari enti, poi sono passato alle parti soliste secondarie, in seguito ai ruoli principali nei teatri minori, e così via. Posso dire di aver
fatto la vera gavetta e questo è importante perché fa crescere artisticamente sotto tutti i punti di vista.
Quali consigli darebbe ad un giovane cantante?
A questa domanda le risponderei con una frase di Churcill: “Il successo è la capacità di passare da un fallimento ad un altro senza perdere l’entusiasmo”. La differenza fra una persona che riesce a realizzare i propri sogni, i propri obiettivi, ed una che non ci riesce è la capacità del primo di incassare i fallimenti, anche ripetuti, e reagire ad essi in modo positivo, senza abbattersi, senza rinunciare subito, senza deprimersi. in questo mestiere bisogna avere sì, doti vocali, ma almeno in egual misura, anche la capacità di incassare i no.
Cosa pensa della situazione dei teatri italiani?
Sicuramente l’Italia meriterebbe un posto migliore nella divulgazione e nella conservazione della sua arte, ossia dell’Opera Lirica, e non solo. Oggi però l’Italia è in crisi e questo stato di cose si percepisce ancor più nell’ambito artistico. Spero si possa ritornare a dare valore a ciò che abbiamo, ai nostri talenti.
Fare il cantante è facile?
Fare il cantante non è un mestiere facile. E’ un mestiere meraviglioso ma difficile.
Quali sono le problematiche più comuni nella carriera di un cantante?
Sono le stesse che esistono negli altri mestieri. Dipende da dove si parte, dalle qualità che si hanno, dal carattere. Certo è che non esiste una “strada maestra” da percorrere. Oggi però c’è un vero divario tra la fase preparatoria, ossia il conservatorio e la carriera artistica. I ragazzi che escono dal conservatorio, in Italia, non hanno modo di sperimentare il vero teatro. C’è quindi una zona d’ombra, non coperta, che servirebbe al vero e proprio “tirocinio”del cantante.
Quanto utilizza il computer/tablet/smartphone per gestire la sua professione?
Moltissimo. Continuamente. Tutto è molto veloce.
Ha mai utilizzato i servizi di ArtsCom?
No.
Se le dicessimo che da oggi può gestire i suoi contratti, le sue fatture, può trovare l’alloggio nelle città dove va a cantare, può gestire il suo curriculum e il suo repertorio comodamente da smartphone/tablet/computer e che ha delle convenzioni per poter risparmiare su servizi che un cantante utilizza normalmente, cosa direbbe?
Direi Ottimo!
Saprebbe dire se ArtsCom è diversa da altre aziende che forniscono servizi simili? Se sì, saprebbe anche dire perché?
Non conosco ancora il servizio di questa Azienda per poterne parlare con pertinenza, né quello di altre agenzie, visto che tratto tutto con l’aiuto di pochissime persone fidate.
Il costo di 33 cent di € al giorno (10€/mese) per tutti questi servizi sarebbe un problema o lo riterrebbe un prezzo giusto per tutto quello che viene offerto?
Non posso parlare di una cosa che non conosco, ma di sicuro se agevola il cantante in tutte le sue parti (soprattutto Burocratiche ) non sarebbe male.
E se infine le dicessimo che tutti i servizi della ArtsCom sono deducibili al 100%?
Idem