Come respirare correttamente nel canto lirico (terza parte)

Fattori che influiscono sull’elasticità del diaframma

Anche l’età e la postura hanno una profonda influenza sul diaframma. Col passare del tempo le fibre di tutti muscoli del corpo umano tendono ad accorciarsi quindi il diaframma resta corto e basso. Senza un corretto allineamento della colonna vertebrale, inoltre, il diaframma tende più facilmente a scendere che a salire (e l’addome a dilatarsi anziché a rientrare).

Questo blocco, finisce per interessare anche i muscoli intercostali, che possono essere coinvolti profondamente sia nella respirazione che nella gestione della voce. La perdita di elasticità del diaframma porta conseguenze negative in diversi ambiti collegati al canto. A livello laringeo, la forte e costante pressione che il diaframma esercita sui visceri stimola la contrazione dello sfintere gastrico la cosiddetta bocca dello stomaco che, per un riflesso spontaneo, viene seguito anche dallo sfintere laringeo, quindi la gola si chiude e le corde vocali si ritrovano a vibrare in un ambiente rigido e contratto.

Implicazioni di un Diaframma contratto

Anche a livello gastrico possono nascere problemi che riguardano direttamente il canto. Il diaframma è a stretto contatto con lo stomaco e avvolge il punto in cui lo stomaco si congiunge all’esofago, impedendo che il contenuto dello stomaco risalga nella cavità toracica. Se il diaframma resta contratto, lo stomaco, che tramite l’esofago è appeso in alto, tende ad allargare le fibre del diaframma che dovrebbero impedire la risalita dei succhi gastrici, e finisce per trovarsi parzialmente sopra il diaframma. Da ciò deriva la tendenza al reflusso gastro-esofageo ed all’ernia iatale.

A livello posturale le conseguenze di un mancato rilascio del diaframma possono essere molto importanti. Dato che le fibre del diaframma sono connesse alla parte lombare della colonna vertebrale e che il sistema sospensore del diaframma collega il centro frenico alla zona cervicale, la contrazione del diaframma traziona in avanti queste due parti della colonna (lombare e cervicale), che tendono ad assumere una forma eccessivamente arcuata, che viene definita iperlordosi.

Ogni disequilibrio posturale della curva cervicale si ripercuote direttamente sulle cavità di risonanza, che fungono da megafono per la voce cantata, pregiudicandone la rilassatezza e mobilità. Queste cavità sono, la cavità nasale, orale e faringea. Solo un loro corretto e bilanciato utilizzo porterà ad una corretta emissione della voce, che così facendo si amplificherà, arricchendosi di armoniche.

diaframma contratto problemi posturali

Il problema del “fiato corto” e come risolverlo

Parlando ora specificatamente del mondo del canto, possiamo collegare quanto detto finora ai problemi respiratori avvertiti dai cantanti, come la difficoltà a realizzare una soddisfacente presa d’aria, la non completezza della espirazione, la tendenza ad una perdita di elasticità di muscoli inspiratori, che tendono progressivamente a mantenere la propria contrazione e quindi a rimanere in posizione inspiratoria.

Una delle problematiche abbastanza comuni nei cantanti è quella del fiato “non abbastanza lungo”, o “corto”, durante la fase espiratoria, quindi ad esempio alla fine di una “strofa” o “frase”. All’atto di riprendere fiato si ha come una sensazione di poca fluidità dell’aria o qualcosa che ostacola il riprender fiato.

Dobbiamo ragionare su una cosa, cioè, se fosse stata una effettiva mancanza di aria, sarebbe bastato riprendere fiato e la situazione si sarebbe risolta, se invece non è così, ed anzi riprendendo fiato può succedere che questa sensazione di disagio aumenti, evidentemente la sensazione di “fiato corto” dipende da qualcosa di altro.

In realtà, a volte succede che nonostante la riserva di aria non sia esaurita, non si ha la capacità di terminare la espirazione a causa, appunto, della difficoltà a rilasciare e rilassare i muscoli inspiratori. Ne consegue che la soluzione del problema non è quella di potenziare i muscoli inspiratori, ma favorire il loro rilascio, aiutandosi anche con la contrazione dei muscoli antagonisti, quelli espiratori, principalmente il retto ed il trasverso dell’addome, e gli obliqui, interno ed esterno. In questi casi si tratta di ri-imparare a respirare come da bambini (è per questo motivo che i bambini, come “piccoli tenori”, sono in grado di urlare per ore senza stancarsi).

Il ripristino della corretta funzionalità diaframmatica, tramite apposita rieducazione respiratoria ed eventualmente specifici trattamenti manuali atti a “liberare” le strutture osteo-articolari, è pertanto di grande importanza.

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Christian Facciaroni
Christian FacciaroniFisioterspista Osteopata
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